Roma, 10 luglio 2012- “La possibilità che le misure a carico del servizio farmaceutico, previste nella spending review, si traducano nella perdita di 20000 farmacisti sul territorio, secondo fonti sindacali, è un fatto che dovrebbe indurre la massima preoccupazione”, dice Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani. “Non si tratta, infatti, soltanto della perdita di posti di lavoro preziosi, ma di togliere 20000 professionisti all’assistenza sul territorio, diminuendo la qualità delle prestazioni che oggi i cittadini ottengono grazie ai farmacisti delle farmacie di comunità”. La soluzione dei problemi del paese non va cercata nella politica dei tagli lineari a servizi che da tempo rispettano la spesa programmata, tenendo presente che appare una grave contraddizione puntare all’apertura di migliaia di nuove farmacie, come ha fatto il decreto “Cresci Italia”, per poi togliere a tutto il settore le condizioni economiche minime per la sua sopravvivenza. La soluzione va cercata nella razionalizzazione dei settori fuori controllo, “senza dimenticare che ormai la spesa sanitaria italiana è al di sotto della media europea, sia come dato assoluto sia come dinamiche di crescita”, prosegue Mandelli. “Quanto al servizio farmaceutico è venuto il momento di avviare senza ulteriori ritardi il tavolo per il nuovo modello di remunerazione delle farmacie: se questa verrà svincolata dal prezzo del farmaco sarà possibile portare sul territorio anche gli innovativi a tutto vantaggio dei cittadini. Non si tratta di pretese irrealistiche o fuori tempo: il tavolo della remunerazione è previsto da una legge, la 122, del 2010 e le proposte per il riassetto reale del comparto farmaceutico le abbiamo presentate in tempi non sospetti”.