Roma, 18 novembre 2024 - “Il fenomeno dell’antimicrobico-resistenza fa sempre più paura e, di questo passo, rischiamo che entro il 2050 la resistenza dei batteri agli antibiotici sarà la prima causa di morte in Italia, superando le malattie cardiovascolari e i tumori. Nel nostro Paese la situazione è particolarmente critica per l’elevato tasso di consumi di antibiotici, spesso utilizzati in modo inappropriato, ad esempio per curare l’influenza o il raffreddore nel periodo invernale. Usare questi farmaci correttamente è una responsabilità di tutti per evitare di ritrovarci in futuro senza strumenti efficaci per combattere le infezioni, ai danni soprattutto di chi è più fragile”. Ha detto Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI) in occasione della Giornata Europea per l’uso consapevole degli antibiotici che ricorre ogni anno il 18 novembre. Secondo il Centro europeo per il controllo delle malattie (ECDC), un terzo degli oltre 35mila decessi annui che si verificano in Europa a causa di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici riguardano l’Italia (circa 12mila decessi l’anno). “I farmacisti - ha aggiunto il presidente FOFI -, in qualità di professionisti della salute più prossimi ai cittadini, sono costantemente impegnati nel sensibilizzare le persone ad attenersi sempre alle prescrizioni del medico, disincentivando l’assunzione fai-da-te così come l’interruzione precoce della terapia, comportamenti che possono rivelarsi inutili, oltre che dannosi. Ma la sfida dell’antibiotico-resistenza sollecita la massima collaborazione tra tutti i professionisti della salute e le istituzioni sanitarie per affrontare il problema in modo efficace, evitando così di compromettere una delle conquiste fondamentali della ricerca medica a beneficio della salute pubblica. Rientra in questa visione la proposta della Federazione relativa all’esecuzione da parte del farmacista del test PCR(proteina C-Reattiva), un semplice esame che consente di distinguere tra infezioni virali e batteriche, e che può quindi rappresentare un valido supporto per il medico ai fini della prescrizione dellaterapia antibiotica”. “Mai come in questo caso, serve un gioco di squadra che punti a promuovere nuove strategie di prevenzione, a supportare la ricerca di nuove molecole e di nuovi approcci alla lotta contro le infezioni, e a rafforzare l’informazione ai cittadini, ribadendo il ruolo insostituibile dei professionisti sanitari nelle scelte che riguardano la salute”, ha concluso Mandelli.