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Dai dati di Altroconsumo è chiaro soltanto che i prezzi sono sempre più simili

“I dati comunicati da Altroconsumo mancano di un aspetto fondamentale, vale a dire il riferimento in base al quale si giudica che i prezzi dei farmaci da banco siano aumentati. Oggi non esiste un prezzo imposto o anche soltanto consigliato: esiste solo un prezzo di cessione da parte delle aziende produttrici” così Andrea Mandelli commenta i risultati dell’ultima edizione dell’indagine condotta da Altroconsumo su un paniere di farmaci sop e otc acquistati in 145 farmacie, parafarmacie e corner degli ipermercati. Secondo i dati dell’Associazione, si sarebbe spento l’effetto delle liberalizzazioni, tanto da far avvicinare i prezzi praticati da farmacie e parafarmacie mentre resterebbe alla grande distribuzione la palma della convenienza. “E’ ovvio che parafarmacie e farmacie abbiano una dinamica di prezzi differente rispetto alla grande distribuzione, perché hanno logiche commerciali differenti: le parafarmacie e, in misura anche maggiore, le farmacie puntano a offrire al cittadino la massima scelta possibile, mentre la grande distribuzione punta su un numero di prodotti molto ristretto di cui acquista grandi quantità ottenendo forti sconti all’origine, sconti che il farmacista non può ottenere. Peraltro, l’indagine parla di risparmi al massimo del  17,9%, non di un dato medio” prosegue Mandelli. “Ma anche accettando che questo  risparmio si applichi su tutti i medicinali presenti nei corner, stiamo parlando di un risparmio di 9,7 centesimi a compressa, visto che la media dei prezzi dei farmaci da automedicazione è di 6,90 euro, e che le confezioni contengono in media 12 compresse. Si tenga però presente che il farmaco  non si consuma quotidianamente, come il caffè o la pasta, ma va assunto se serve e solo quando serve” ragion per cui è poco credibile che la liberalizzazione abbia avuto un impatto molto significativo sulle finanze delle famiglie italiane. “Peraltro” conclude Mandelli “è evidente anche dai dati di Altroconsumo che le differenze tra i diversi canali di distribuzione si stanno riducendo, come invariabilmente avviene quando si passa da un regime di prezzi imposti a un regime di prezzi liberi: dopo la prima fase si assiste a un riequilibrio verso la media. Vedremo che cosa accadrà, poi,  quando anche la grande distribuzione delle cooperative si troverà a pagare imposte maggiori, come previsto dalla manovra economica e, quindi, più vicine a quelle degli altri operatori”.    

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