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Più farmacie, più servizio: questa è la vera liberalizzazione

Roma, 16 dicembre 2011 -“Al di là delle accuse rivolte ai farmacisti di essere una lobby portatrice di privilegi, quello che colpisce nella lettura dei giornali di oggi è che un processo di liberalizzazione giudicato così centrale per il paese si  traduca, alla fine, nel potenziamento di un circuito alternativo alle farmacie che, comunque, non sarebbe capace di offrire un reale servizio alla cittadinanza”. Questa la premessa del presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani, Andrea Mandelli. “Fin dall’inizio si è parlato di risparmio attraverso la concorrenza, evitando però di dire che finora ai farmacisti era vietato per legge fare qualsiasi sconto sui farmaci etici. Questo è diventato possibile per la Fascia C solo con la Legge che verrà approvata oggi alla Camera. Se di risparmio si vuole parlare, allora il primo passo è liberalizzare i prezzi, non la rete di distribuzione” prosegue Mandelli.  

L’intervento inizialmente disegnato dal Governo avrebbe portato a una situazione in cui il cittadino si sarebbe dovuto recare nell’esercizio di vicinato o al supermercato per comprare il farmaco non rimborsato al minor prezzo e poi alla farmacia per ottenere i farmaci rimborsati dal Servizio sanitario nazionale, “generando confusione e disagio soprattutto alle persone più fragili, agli anziani, a chi ha poco tempo perché lavora e, oltre a lavorare, ha magari l’onere di cura dei familiari” dice Mandelli. “Invece di creare e alimentare questo circuito parallelo, si deve puntare a potenziare il servizio. Aumentare le farmacie sul territorio è possibile: per esempio abbassando il quorum ed eliminando la pianta organica mantenendo un criterio di distanza. Questo aumenterebbe la capillarità della rete e genererebbe concorrenza, non soltanto sul prezzo, ma anche sulla qualità e l’ampiezza dei servizi resi al cittadino. Inoltre, darebbe maggiori prospettive ai farmacisti, soprattutto i giovani,  che aspirano  a essere titolari di una farmacia a tutto tondo, che oggi hanno trovato nella parafarmacia una soluzione di ripiego evidentemente insoddisfacente, per non parlare dei colleghi che hanno trovato lavoro nei corner con un trattamento contrattuale e un mansionario del tutto inadeguati”. Se si vuole avviare un percorso di reale ammodernamento del settore “la Federazione è pronta a discutere senza tabu tutti gli aspetti in questione e in questo ribadiamo una disponibilità che abbiamo dimostrato fin dal 2006. Anzi è la Federazione a chiedere che questo confronto venga avviato al più presto. Ci opporremo sempre a misure che mettano sullo stesso piano il farmaco e i beni di consumo, un servizio legato alla salute con un’attività puramente commerciale. Che è rispettabilissima, ma è un’altra cosa. Noi chiediamo di aumentare in maniera sostenibile la capillarità a vantaggio dei cittadini”.

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